LA TROZZELLA MESSAPICA
UN'ANFORA SIMBOLICA
di Maria Luisa Barbuti
Trozzella messapica prodotta a Manduria
La trozzella
è la particolare anfora messapica presente dal VI sec. a.C. , ma che trova la
sua maggiore diffusione dal VI al III sec. a.C. quando si esaurisce la
produzione indigena. La Messapia, il cui significato sembra corrispondere a
Terra di Mezzo (tra due mari) occupava l’area geografica del Salento, da Leuca
a Egnazia. Manduria fu una delle sue città più importanti. La Puglia, sul cui
territorio è attestata la presenza dell’uomo da 150.000 anni (Uomo di
Altamura), in arte vanta testimonianze del Paleolitico e del Neolitico con pitture
rupestri, manufatti, piccole sculture, dolmen e menhir . Ne è un esempio la
Grotta dei Cervi a Porto Badisco (Le) dove troviamo tracciati sulle pareti,
simboli, graffiti e disegni lasciati dall’uomo preistorico. I simboli,
rappresentati da semplici segni astratti come tratteggi, linee ondeggianti e
spezzate, zig zag, cerchietti, spirali, croci, raggiere, ruote, croci uncinate di
varie forme sono i veri testimonial delle
radici e della continuità culturale dei Messapi, visto che li ritroviamo a
distanza di millenni nella trozzella. In particolare si perpetua la
rappresentazione della croce uncinata
Venere di Willendorf
VASI BICONICI
TROZZELLE MESSAPICHE
Trozzelle decorate con croci uncinate o svastiche
e della forma biconica che in termini di bidimensionalità
è una losanga. E’ vero che gli scambi commerciali e i rapporti della Messapia con
la Grecia, che si attestano fin dal IX sec. a.C. comportarono l’integrazione
tra i popoli e le affinità culturali e artistiche, così come è vero che l’arte
vascolare messapica presenta forme d’ispirazione greca, ma la trozzella viene
prodotta nella sola Messapia e non trova veri e propri riscontri in altri
luoghi. Richiama di più la civiltà etrusca, nella fattispecie, il vaso biconico
in uso nei banchetti funebri e il vaso canopo, urna cineraria antropomorfa, o
il vaso di metallo protostorico munito di carrucole, che serviva per attingere
l’acqua da fiumi o sorgenti. Sul vaso canopo possiamo trovare addirittura le
braccia e il ritratto tridimensionale del defunto poggiato come un coperchio. La
forma della trozzella ci riporta anche alle statuette del Paleolitico definite
dagli studiosi Veneri o Divinità. Esempio conosciuto in tutto il mondo è la
Venere di Willendorf (Austria), ma abbiamo esemplari anche in Puglia. Queste
Veneri di forma biconica sono figure femminili con grande ventre e abbondanti
seni, attributi con chiaro riferimento alla procreazione e maternità. Pensiamo
che servissero per rituali propiziatori relativi alla nascita di una nuova
vita. Il bravo artigiano messapico
modellava la sintesi di un corpo femminile. D’altro canto ancora oggi una certa
tipologia di corpo femminile viene definita ad anfora. Come nelle Veneri, anche
nella trozzella il volume, incentrato sulla pancia globulare, si assottiglia
verso il piede di forma tronco-conica, mentre verso l’alto si restringe al
collo dal labbro estroflesso. Nell’era preistorica Il cuneo rivolto verso il
basso, dal punto di vista della simbologia corrisponde al Femminile, mentre
l’altro al Maschile. Nell’Era Cristiana corrisponderanno rispettivamente al
Terreno e al Divino. Ora, considerando l’accoppiamento delle due forme nella
sagoma biconica, non risulta difficile il riferimento alla procreazione. Se
consideriamo che questo vaso era destinato alla donna e veniva conservato come
oggetto prezioso da portare nell’oltretomba e che non era utilizzato nella
quotidianità sebbene fosse destinato a contenere acqua, elemento vitale e
simbolo della vita e del Femminile, l’associazione con la procreazione (forma
biconica) e la creazione (croce uncinata) sembra essere più che pertinente. La forma
a losanga, unitamente all’elemento simbolico della croce uncinata fanno parte
del repertorio decorativo delle trozzelle, le troviamo nella forma e nella
decorazione, come già osservato. La parola trozzella deriva dal latino trochlea
che equivale a carrucola, da cui il termine locale “trozza” o “rotella” e
proprio le trozze rendono facile l’identificazione di questo singolare vaso.
Le anse nastriformi sembrano scorrere sulle trozze, poste in alto e in basso, proprio come fossero su delle carrucole; partono dall’alto, vicino al collo come nelle anfore etrusche e da qui si elevano verso l’esterno per ricadere internamente sulla pancia globulare. Altra conferma del valore simbolico? Le prime trozzelle presentano due coppie di trozze e successivamente si arricchiscono di altre due. I Messapi non amavano rappresentare la figura umana, tanto che le decorazioni delle trozzelle sono prevalentemente a carattere geometrico o naturalistico. Oltre alle fasce lineari o ondeggianti e ai simboli come raggiere, tratteggi, punti, cerchi, losanghe, croci uncinate si possono trovare
tralci fitoformi stilizzati. I colori usati sono il bruno-nerastro e il rosso e
nero sul fondo dell’argilla. Le trozzelle prodotte a Manduria intorno alla
seconda metà del IV e nel III sec. a. C
presentano una fascia di grandi losanghe reticolate sul collo, fasce
ondeggianti e ovuli verso la spalla su cui sono dipinte croci uncinate. Altre
fasce di vario spessore decorano la parte inferiore fino al piede. Sulle trozze
è rappresentata una croce a quattro raggi che
racchiudono, due a due, quattro
piccoli cerchietti. Unitamente ad altri oggetti troviamo la trozzella nei
corredi funerari delle tombe femminili; trozzelle più piccole erano destinate
alle bambine. Su questo vaso si lavora con significati e significanti
primordiali, mantenendo intatti i messaggi universali come se costituissero la
cellula imprescindibile del l’essere umano. La croce uncinata è un abbraccio
tra l’uomo e l’universo a cui si ricongiunge e con cui si muove; la sua
struttura a raggi con breve ripiegatura degli stessi in un’unica direzione (diffusa
quella in senso orario) è da rapportare alla ruota che consente il movimento e
l’energia. Il vaso biconico è il mondo terreno che rinnova la vita sulla terra
con la procreazione. Che filosofi.
Profilo femminile messapico
Profilo femminile cretese
Ritratto maschile messapico